“Per me viene prima la coerenza”. Danilo Bottiroli, insegnante, storico ambientalista ed ex consigliere comunale 5 stelle a Tortona, dimessosi lo scorso anno dopo l’aggressione subita dal capogruppo Pd Marco Picchi, è pronto a lasciare il movimento con cui si è candidato nel 2014 se il governo giallo verde permetterà la conclusione dei lavori del Terzo valico dei Giovi. Come è noto, l’opera, riavviata in tutta fretta nel 2013 dal Cociv (senza neppure le cave di deposito pronte) grazie ai governi Berlusconi, Monti e Letta, da settimane è stata sottoposta a un’analisi costi-benefici, studio che dovrà stabilire se i 6,2 miliardi di euro di spesa totale prevista siano utili alla collettività oppure no, come sostengono i No Terzo valico e i 5 stelle da sempre. Il problema è che la Lega di Salvini, alleato di governo, non vuole sentire parlare di analisi costi-benefici e, sfruttando il fatto che i cantieri sono avviati, vuole portare avanti i lavori. I parlamentari leghisti liguri, come il sottosegretario Edoardo Rixi, ma anche alessandrini, come il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, hanno già detto a chiare lettere che l’opera non può essere fermata, così come sindacati e Pd, insieme.
Per tenere in piedi il governo, si starebbe profilando un baratto politico osceno agli occhi di chi si oppone al Terzo valico: si ferma il Tav in Val Susa, cavallo di battaglia dei 5 stelle, ma si fanno proseguire i cantieri tra Genova e Tortona, nonostante abbiano portato sul territorio la ‘ndrangheta, diffuso l’amianto e creato ben poca occupazione per i “locali” nonostante promesse e protocolli, e questo anche se l’analisi costi-benefici, che sarà conclusa a breve, dovesse definire l’opera inutile. Un’ipotesi mai smentita ufficialmente dai 5 stelle al governo, né dal ministero delle Infrastrutture guidato dal pentastellato Danilo Toninelli, che ha sottolineato come dopo l’esito tecnico dello studio ci sarà una “valutazione politica”. Proprio oggi Repubblica ha pubblicato una dichiarazione di Toninelli che lascia poche speranze per uno stop all’opera: “Abbiamo speso un miliardo e mezzo già consuntivato. Devono arrivare le prime analisi sul rapporto tra benefici e il costo dei risarcimenti e dei rimborsi all’Europa. Voglio vedere scritto nero su bianco e prima non posso esprimermi. Ma credo che lo stato di avanzamento sia tale che bloccarla costerebbe più che mandarla avanti“.
“Io – spiega Bottiroli – sono da sempre contrario al Terzo valico per i motivi che tutti conoscono, prima ancora della nascita dei 5 stelle. Mi sono trovato d’accordo con questo movimento proprio perché, tra i vari aspetti, era anch’esso avverso a quest’opera e sotto il suo simbolo mi sono candidato nel 2014 a Tortona. Come 5 stelle io e altri abbiamo partecipato alle manifestazioni contro il progetto di questi ultimi anni, mettendoci la faccia, e per tutto questo non vedo come si possa ora accettare che i cantieri vanno comunque portati a termine. Se non si era sicuri di poter stoppare i lavori, come sta emergendo ora, tanto valeva non farla neppure questa battaglia da parte dei 5 stelle”. Bottiroli, che si definisce “da sempre ambientalista”, sottolinea come non si possa pensare di “finire il Terzo valico per fare un favore a Salvini o persino a Impregilo o Gavio. Se sarà così non avrò problemi a lasciare il movimento 5 stelle”. Le parole di Bottiroli riassumono il malcontento della base locale dell’M5s, dove i mal di pancia per la posizione assunta negli ultimi mesi dal governo sono numerosi. L’ex consigliere tortonese, senz’altro, non sarebbe il solo a lasciare il movimento in provincia di Alessandria e non solo.