Isola, ricorsi e mobilitazione contro il biodigestore che piace tanto a Toti

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Proteste Biodigestore Isola del Cantone

Gli unici assenti erano assessori ed esponenti della maggioranza di centrodestra. La popolazione invece c’era tutta per decidere come contrastare quel “curioso” ok della giunta regionale ligure, guidata da Giovanni Toti e sostenuta dai “padani” della Lega Nord, all’impianto di trattamento rifiuti proposto dalla Energa in località Camposaragna, a Isola del Cantone (Genova). Un sì arrivato quasi all’improvviso, il 30 dicembre, quando tutti pensavano al Capodanno.

Nell’affollata assemblea di ieri sera nel paese della Valle Scrivia, organizzata dall’Associazione Isolese Ambientalista (Aia), sono emerse le tante lacune nell’iter seguito dalla Regione, a cominciare dall’assenza dell’autorizzazione paesaggistica e dal fatto che l’impianto non è inserito nel piano dei rifiuti regionale, come ha sottolineato Enrico Pignone, consigliere della Città metropolitana di Genova, la ex Provincia: “Non c’è nessuna previsione per Isola del Cantone poiché la proposta della Energa non serve alla Liguria”.
Sergio Rossetti (consigliere regionale Pd) ha parlato di “fretta sospetta” da parte della giunta Toti: “E’ emersa una volontà politica di dare l’ok al progetto ma non c’è neppure un’analisi costi-benefici. Soprattutto, la pratica non si poteva istruire poiché manca la disponibilità di tutta l’area di località Camposaragna”.

Quest’ultima come altre osservazioni presentate dall’Aia sono state bellamente snobbate dalla Regione, “che ha mostrato una certa sudditanza nei confronti della Energa”, come ha detto Fabio Rivara, membro dell’associazione. I tecnici regionali hanno anche evitato di chiedere alla società sondaggi sul terreno prescelto per valutarne l’idoneità a ospitare l’impianto. In compenso hanno chiesto al proponente di tutelare alcuni pioppi…”Nulla invece per le 150 mila persone del versante alessandrino che bevono l’acqua dello Scrivia”, ha sottolineato ancora Rivara.

Appresa la contrarietà dei 5 Stelle e liquidati velocemente i disperati tentativi di Natale Gatto (Lega Nord) di salvare almeno in parte la delibera del centrodestra, è emerso che, oltre alla mobilitazione popolare, l’unica strada al momento percorribile per stoppare il progetto è il ricorso al Tar, in attesa di quello che deciderà la Città metropolitana di Genova. Ai comuni di Isola e Arquata Scrivia (presenti sindaco, assessori e minoranza) è pronto ad aggiungersi anche Novi Ligure. Maria Grazia Morando (Pd) ha assicurato che anche la Provincia di Alessandria è disposta a fare altrettanto. La presidente della Provincia, Rita Rossa, interpellata successivamente, è stata però più prudente: “Prima di arrivare a tanto ho chiesto un incontro con Marco Doria, presidente della Città metropolitana di Genova. Poi valuteremo cosa fare”.
L’Aia ha in programma a febbraio una manifestazione nel sito scelto dalla Energa e ha intanto tappezzato il paese di striscioni per dire No al biodigestore.