Slitta l’accordo sulle assunzioni delle educatrici negli asili nido comunali

Mercoledì 20 settembre all'Ispettorato del lavoro l'incontro tra le parti chiesto dai sindacati

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asilo nido Arcobaleno
L'asilo nido Arcobaleno di via Trento

Riunione fiume all’Ispettorato del lavoro, mercoledì 20 settembre, chiesta dalla Federazione sindacati indipendenti per cercare di sciogliere il nodo asili nido comunali e trovare un accordo tra le parti. Più di sei ore di discussione per far assumere le cinque lavoratrici rimaste senza lavoro nel passaggio dalla gestione Azimut all’attuale dell’istituto diocesano Santachiara, nonostante la volontà della giunta comunale di mantenere i posti e i livelli occupazionali.

Alla fine il segretario provinciale della Federazione sindacati indipendenti, Alberto Rito, davanti a un potenziale accordo che come unica certezza propone una sola assunzione per un anno, ha chiesto un rinvio (fissato al 28 settembre) riservandosi se accettare o meno.

«Da parte del Comune è stato fatto un gran pasticcio – dice – perchè, sia nella delibera di Giunta in cui si approva l’atto di indirizzo, sia nella determinazione dirigenziale che avvia la gara, sono stati inseriti i riferimenti alla salvaguardia dei livelli occupazionali e alle clausole sociali, non specificando però, luoghi di lavoro, qualifiche e orari del personale che dovevano passare al nuovo gestore. Da parte del Santachiara invece, c’è una chiusura molto difficile da comprendere. Non capisco perchè i responsabili della struttura si incaponiscano a non assumere cinque persone di cui, per loro stessa ammissione, hanno bisogno».

Il Santachiara ritiene di non dover assumere queste educatrici poichè erano impiegate al micronido Sarina che non fa parte dell’affidamento.

Lo spiega in una nota diffusa mercoledì: «L’Istituto Santachiara ha assunto a tempo pieno e indeterminato le tre educatrici già occupate al micronido Mary Poppins, che fa parte dell’affidamento insieme al nido Arcobaleno. Il restante personale della precedente gestione Azimut non può essere coinvolto in questo bando di gara in quanto era impiegato al micronido Sarina, oggi gestito direttamente dal Comune». In sostanza, le sei lavoratrici Azimut rimaste senza lavoro dovrebbero rapportarsi con l’ente e non con il Santachiara, che ha assunto il personale già occupato nella struttura che fa parte del bando, cioè il Mary Poppins, ma che non ha l’obbligo di reimpiegare le educatrici del Sarina.

E sottolinea il Santachiara: «Abbiamo assunto le tre educatrici della precedente gestione pur essendo in presenza di un partenariato pubblico privato, che prevede una interpretazione meno vincolante delle clausole sociali. E’ da precisare inoltre che il compito di pulizia dei locali era affidato ad un subappaltatore per il quale non c’è obbligo di assunzione. Come previsto dalla legge, viene applicato il contratto di lavoro della ditta aggiudicataria (il Santachiara, ndr) che fa riferimento al contratto nazionale di lavoro Aninsei (per il personale della scuola non statale, ndr). Le ore settimanali di lavoro a tempo pieno sono 36 e non 38 come per le cooperative. Occorre anche considerare che la normativa richiede titoli di studio specifici che non tutte le richiedenti possiedono».

«L’incontro ha avuto un esito interlocutorio ma positivo – dice l’assessore Marcella Graziano -: si è avviato un percorso che garantirebbe da subito alcune assunzioni (che vanno ad aggiungersi alle quattro già in servizio) e una prospettiva di ulteriori evoluzioni verso il mantenimento dei livelli occupazionali».

Giovedì, intanto, il consigliere Fabio Morreale ha depositato un’interpellanza che verrà discussa in consiglio comunale venerdì prossimo, 29 settembre. «Ho ricevuto numerose segnalazioni dalle famiglie – dice -, preoccupate per l’attuale gestione volta al risparmio e carente delle educatrici previste e tutelate dall’atto sindacale come citato negli indirizzi di Giunta. Chiedo rassicurazioni sulla qualità del servizio e chiarimenti sul rispetto della garanzia dei livelli occupazionali e sul capitolato d’appalto, che ha previsto cose diverse rispetto a quanto indicato dall’amministrazione comunale».