Più siti inquinati e zero fondi per bonificare

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Capriata d'orba, zona esondabile nei pressi dell'ex Pedaggera
Capriata d'orba, zona esondabile nei pressi dell'ex Pedaggera

CAPRIATA D’ORBA. Tutti parlano della falda di Predosa, ma nella pratica non la si protegge dalle minacce.  Non ci sono fondi per bonificare il sito inquinato in località Pedaggera, a monte della  falda idrica di Predosa. Un anno dopo l’ordine del giorno, presentato in Regione per sollecitare interventi di messa in sicurezza a tutela della riserva, che disseta i comuni dell’Acquese e i n futuro potrebbe approvvigionare anche la valle Scrivia, la Regione non stanzia risorse per la messa in sicurezza.

«Rispetto al 2016 sono stati segnalati 70 nuovi siti da bonificare, mentre solo 31 sono cancellati: è evidente che si stia inquinando molto di più di quanto si riesca a bonificare”, dice il consigliere Walter Ottria, vicepresidente della commissione Ambiente. Tre anni fa, quando i consiglieri regionali a Predosa incontrarono i sindaci, la popolazione e l’Arpa, impegnandosi per tutelare la falda d’interesse primario per la provincia e la regione, i siti pericolosi erano già 700. A monte della falda c’era già allerta per i solventi fuoriusciti dalla vasca di contenimento dei fusti tossici. Da allora non sono stati stanziati fondi. Nel 2014 l’alluvione dell”Orba è entrata nel sito, strappando un argine, che l’Aipo ha ripristinato dopo la piena del 2016.

“Per le bonifiche occorrerebbero almeno 20 milioni di euro. L’alessandrino è una delle zone con più siti in attesa di bonifica: molti di questi sono fermi alla messa in sicurezza dell’area, una situazione che dovrebbe essere provvisoria in attesa della bonifica completa”. I fusti tossici a Capriata sono stati rinvenuti la prima volta nel 1985. Il sindaco Daniele Poggio di Capriata d’Orba per primo ha aderito all’associazione dei comuni della Valle Borrmida per unire le forze contro le minacce passate e future.